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SERVIZIO VOLONTARIO EUROPEO (SVE)

Il Servizio Volontario Europeo (SVE o EVS) permette ai giovani fra i 18 ed i 30 anni (compiuti) di svolgere un’esperienza di volontariato all’estero per un periodo compreso tra i 2 ed i 12 mesi.

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Il Servizio Volontario Europeo è una delle attività previste dal programma Erasmus Plus.

 

Il SVE sostiene i servizi volontari transnazionali dei giovani.

Esso aspira a sviluppare la solidarietà e a promuovere la tolleranza fra i giovani, in primo luogo per rafforzare la coesione sociale nell’Unione Europea. Promuove la cittadinanza attiva e migliora la comprensione reciproca fra i giovani.

 

Il servizio volontario europeo è,soprattutto, un servizio di “ apprendimento”: attraverso le esperienze di approfondimento non formale i giovani volontari migliorano e/o acquisiscono competenze a vantaggio del loro sviluppo personale, formativo e professionale nonchè della loro integrazione sociale.
Gli elementi dell’apprendimento consistono nella definizione comune dei risultati, processi e metodi che si attendono dalla formazione, nella certificazione delle competenze acquisite, nella partecipazione del volontario al ciclo di formazione SVE e nella fornitura costante di supporto basato sui compiti da svolgere nonchè di sostegno linguistico e personale, comprese le tecniche di prevenzione e gestione delle crisi.

 

Attenzione!

Non va confuso né con il Servizio Civile Nazionale svolto all’estero né con il Servizio Civile Internazionale Europeo.

 

Cosa offre?

Il Servizio Volontario Europeo offre

  • formazione pre-partenza;
  • copertura assicurativa delle spese medico – sanitarie e della responsabilità civile in caso di sinistri;
  • copertura forfait delle spese di viaggio A/R (potrebbe essere chiesto al volontario un piccolo – contributo spese);
  • vitto e alloggio;
  • pocket money mensile (si tratta di una piccola quota stabilita dalle Agenzie Nazionali dei Paesi di accoglienza);
  • corso linguistico di supporto;
  • presenza di un mentore e di un tutor di riferimento;
  • formazione all’arrivo e valutazione intermedia;
  • incontro di valutazione finale al rientro.

 

Durante il periodo di permanenza all’estero l’ente di invio resterà in contatto con il volontario e con l’organizzazione di accoglienza per monitorare l’andamento del progetto.

 

Gioventù in azione

 

La Commissione europea, il Parlamento europeo e gli Stati membri dell’Unione europea hanno istituito congiuntamente il programma Gioventù in azione, che applica il quadro normativo a sostegno delle attività educative non formali per i giovani. Il programma è operativo dal 2007 alla fine del 2013.

Il programma Gioventù in azione contribuisce in modo significativo all’acquisizione di competenze e rappresenta dunque uno strumento chiave per offrire ai giovani una opportunità di apprendimento non formale ed informale con una dimensione europea.

Il programma Gioventù in azione parte dall’esperienza del precedente programma
“Gioventù per l’Europa” ( 1988-1999), del servizio volontario europeo e del programma GIOVENTU’ (2000-2006).

Gli obiettivi definiti nella base giuridica del programma “Gioventù in azione” possono essere definiti nella maniera seguenti:

  • promuovere la cittadinanza attiva dei giovani, in generale, e la loro cittadinanza europea in particolare
  • sviluppare la solidarietà e promuovere la tolleranza fra i giovani, in particolare per rafforzare la coesione sociale dell’Unione europea
  • rafforzare la comprensione reciproca tra i giovani di diversi paesi
  • contribuire allo sviluppo della capacità delle organizzazioni della società civile nel settore della gioventù
  • promuovere la cooperazione europea in materia delle politiche giovanili

 

Tali obiettivi generali devono essere attuati a livello di progetto, tenendo presenti anche alcune priorità:

 

– Sensibilizzare i giovani riguardo alla loro cittadinanza europea e coinvolgerli nel dibattito sulla costruzione e sul futuro dell’Unione Europea.

– Partecipazione dei giovani alla vita democratica

– Il rispetto per la varietà culturale, insieme alla lotta contro il razzismo e la xenofobia.

– L’Inserimento di giovani svantaggiati, in particolare di giovani provenienti da ambiti geografici socioeconomici o culturali svantaggiati, o dai giovani disabili.

 

Per raggiungere i propri obiettivi, il programma “Gioventù in azione” prevede cinque azioni operative:

  1. Gioventù per l’Europa
  2. Sevizio Volontario europeo
  3. Gioventù nel mondo
  4. Strutture di sostegno per i giovani
  5. Sostegno alla cooperazione europea nel settore della gioventù

 

 

L’attività SVE

 

Il SVE viene realizzato tramite le attività organizzate nel quadro della partnership tra organizzazioni costituite legalmente, che inviano o ospitano volontari. Una atttività SVE consiste nella preparazione, nell’attività volontaria vera e propria e nel follow-up (seguito). Il volontario svolge la sua attività volontaria in una nazione diversa dalla propria nazione di residenza. L’attività non è retribuita, non ha scopi di lucro e si svolge a tempo pieno durante un dato periodo ( 12 mesi al massimo).
Tutta l’attività deve andare a profitto della comunità.

Un’attività SVE può svolgersi in vari settori: cultura, arti, protezione civile, ambiente, cooperazione allo sviluppo, ecc.
Sono esclusi gli interventi che comportano un qualsiasi rischio e/o situazioni immediatamente successive a crisi ( aiuti umanitari, aiuti immediatamente successivi a catastrofi ecc..)

L’attività deve rappresentare un chiaro valore aggiunto europeo o internazionale.
Essa deve inoltre comprendere contatti con la comunità locale.

I volontari non devono sostituire dipendenti salariati.

Un’attività SVE coinvolge almeno una organizzazione di invio, un organizzazione ospitante e un volontario.
Delle organizzazioni partner e dei volontari che partecipano al progetto SVE globale possono essere coinvolti tutti o solo alcuni.
Un massimo di 100 volontari può partecipare ad una singola attività.

L’attività può essere svolta individualmente o in gruppo.

Se l’attività coinvolge più di un volontario, i volontari possono svolgere l’attività nella stessa organizzazione ospitante nello stesso paese, in diverse organizzazioni ospitanti nello stesso paese o in diverse organizzazioni ospitanti in diversi paesi.

 

Cosa non è il SVE?

– non è volontariato occasionale, non strutturato, a tempo parziale.
– non è un tirocinio d’impresa in un’ONG ecc..

– non è un lavoro retribuito e non deve sostituire i lavori retribuiti
– non è un’attività ricreativa o turistica.
– non è un corso di lingua
– non è sfruttamento di mano d’opera economica.
– non è un periodo di studio o di formazione professionale all’estero
– non è un semplice meccanismo di finanziamento, ma un modello di qualità per un servizio volontario transnazionale.

Partner dei progetti nel quadro del SVE:

il Servizio Volontario Europeo si basa su un solido partenariato tra:

  • uno o più volontari
  • una o più organizzazioni di invio
  • una o più organizzazioni ospitanti
  • una organizzazione coordinatrice (candidata), che può ( ma non deve) essere una delle organizzazioni di invio o una delle organizzazioni ospitanti.

Un partner del progetto che invia o ospita un volontario deve essere:

  • un’organizzazione o un’associazione senza scopo di lucro costituita legalmente in un paese partecipante al programma o in un paese partner;
  • un’autorità locale, regionale o nazionale di un paese partecipante al programma o di un paese partner
  • un’organizzazione governativa internazionale istituita in un paese partecipante al programma o in un paese partner.

L’associazione di invio è responsabile della preparazione del giovane prima della partenza stessa. Al suo ritorno l’aiuterà a valorizzare al meglio l’esperienza acquisita, nella ricerca di un lavoro o di un ulteriore segmento formativo.
L’associazione di accoglienza dovrà far sì che il servizio volontario sia un’autentica esperienza di apprendimento e fornirà al giovane tutti gli appoggi necessari nel corso di tale servizio.

 

Chi può partecipare?

Il Sve è aperto a tutti i giovani di età compresa tra i 18 e i 30 anni che sono legalmente residenti in un paese partecipante al programma o in un paese partner.
La nazionalità, il livello di formazione e l’origine sociale non hanno alcuna importanza.
La sola condizione è di mettersi al servizio di un progetto locale, per una durata compresa tra i 6 e i 12 mesi.
Va precisato che il Servizio Volontario Europeo non sostituisce il servizio militare nè i sistemi di servizio civile alternativo o obbligatorio esistenti in alcuni paesi membri. E’ organizzato su base interamente volontaria, in funzione delle motivazioni dei giovani partecipanti; inoltre non può sostituirsi a un’occupazione remunerata, esistente o potenziale.

Esso svolge un ruolo sostanzialmente educativo per il volontario. Questi non deve fungere da manodopera a buon mercato, nè estromettere personale già occupato, non deve assumere attività per le quali la sua presenza resterebbe indispensabile.
Il SVE deve invece contribuire ad avviare progetti intesi a dare una risposta adeguata al bisogno sociale, e fornire un valore aggiunto ai vari progetti grazie alla sua motivazione e alla sua visione nuova della realtà.

 

Alcune attività di inserimento sono aperte ai giovani disabili di 16-30 anni, a condizione che siano assicurati preparazione, accompagnamento e follow-up qualificati e personalizzati.

Le organizzazioni non possono richiedere che i volontari appartengano ad uno specifico gruppo etnico, religioso, o abbiano un determinato orientamento sessuale o particolari opinioni politiche. Le organizzazioni ospitanti non possono richiedere il possesso di qualifiche ma , in casi speciali, debitamente giustificati, e in funzione delle mansioni e delle situazioni nelle quali i volontari sono impiegati, determinati tipi di attività possono richiedere la selezione di candidati dotati di competenze specifiche.

La nazioni che partecipano al programma sono gli stati membri della Unione Europea.
I progetti multilaterali e quelli che coinvolgono paesi terzi possono comprendere anche partner di paesi non comprese tra le nazioni della Unione Europea.

 

Durata

La durata di un progetto SVE non deve superare i 24 mesi, comprese la preparazione e la valutazione / il follow up.

L’attività SVE svolta all’estero deve avere una durata minima di 6 mesi ed una durata globale massima di 12 mesi ( escluse la preparazione e la valutazione).

Di norma un volontario partecipa a una sola attività SVE. In determinati casi debitamente giustificati (segnatamente qualora, per motivi pedagogici, sia previsto un approccio fase per fase, qualora vi siano stati problemi nell’attività originaria o qualora il volontario abbia partecipato ad un’attività di gruppo a breve termine) è possibile la partecipazione a due o più attività SVE successive.
La durata totale delle attività non deve, tuttavia, mai superare i 12 mesi per un singolo volontario.
Nel caso di attività mirate al coinvolgimento di giovani volontari svantaggiati e di attività SVE di gruppo, se debitamente giustificata, è ammessa anche una durata minima di due settimane.

Luogo

Un volontario svolge sempre la sua attività di SVE (ad eccezione della preparazione e delle attività di follow-up) in un paese diverso da quello di residenza

Una attività SVE può essere svolta in una nazione partecipante al programma o in una nazione partner.

Se un’attività coinvolge due nazioni limitrofe, queste possono inviare e ospitare reciprocamente dei volontari, a condizione che almeno uno Stato membro dell’UE sia coinvolto nell’attività e che nel quadro dell’intero progetto il numero di volontari provenienti dai paesi partner non superi il numero di volontari provenienti dai paesi che partecipano al programma.

E’ particolarmente incoraggiata la cooperazione con i paesi dell’Africa, dei Caraibi e del Pacifico, dell’America Latina e dell’Asia.

 

Tema e mansioni

 

Qualsiasi attività SVE deve privilegiare una tematica collegata alle priorità del programma “Gioventù in azione” nonchè agli obiettivi specifici e alle priorità del Servizio volontario europeo.

Le attività SVE di gruppo devono avere un approccio tematico comune.
Le attività SVE di gruppo collegate ad un evento specifico richiedono una solida partnership con l’organismo che organizza l’evento.
Tutte le mansioni volontarie devono essere collegate all’evento.

Le mansioni devono apportare un evidente valore aggiunto europeo o internazionale e non devono consistere in attività di routine.
Le mansioni comprendono anche i contatti con la comunità locale.

Come preparare un buon progetto

Il giovane candidato viene coinvolto attivamente nella progettazione, esecuzione e valutazione delle attività SVE.

Al volontario deve essere fornito un adeguato sostegno durante tutte le fasi del progetto.

Il progetto deve prevedere anche meccanismi di prevenzione e gestione della crisi e assicurare una preparazione adeguata (linguistica, interculturale, ecc..) ai volontari, tenendo conto del profilo di ciascun candidato, della natura del progetto e della situazione specifica del paese ospitante. La formazione linguistica deve essere gratuita per il volontario e compresa nel regolare orario di lavoro.

Il progetto prevede la partecipazione dei volontari al ciclo di formazione del SVE.
Esso consiste nella formazione preliminare alla partenza, nella formazione al momento dell’arrivo, in una riunione intermedia e nella valutazione finale.
I volontari SVE hanno ildiritto-dovere di partecipare a questi corsi di formazione, forniti da o a nome delle Agenzie nazionali o dalle organizzazioni SVE d’invio, ospitanti o coordinatrici, in linea con gli : ” Orientamenti e standard minimi di qualità della Commissione europea”

I volontari dovrebbero avere l’opportunità di scambiare, condividere e valutare l’esperienza SVE con le organizzazioni di invio. Essi devono ricevere assistenza da parte delle organizzazioni che li hanno inviati per la reintegrazione nella comunità di provenienza e per ulteriori esperienze di istruzione, formazione e occupazione.

 

Metodi non formali di apprendimento e di lavoro

 

Il progetto dovrebbe garantire il carattere di ” servizio di apprendimento” del SVE, ovvero fornire ai giovani pari opportunità di apprendimento non formali e informali per consentire loro di acquisire nuove abilità e nuove competenze per il proprio sviluppo personale, pedagogico e professionale. A tal fine è necessario descrivere i risultati di apprendimento attesi ed i relativi processi di apprendimento.

Si deve puntare ad un’efficace combinazione tra le mansioni da svolgere e i profili dei volontari.

I partner del progetto danno prova di un impegno comune e di una solida partnership e devono essere pronti a concordare una chiara divisione di responsabilità.

 

I Tutor

 

Nell’ambito dell’organizzazione ospitante un tutor (mentore) si incarica del sostegno personale e facilita l’integrazione nella comunità locale. Il volontario può rivolgersi al tutor anche qualora sorgessero dei problemi. Una prima riunione con il tutor si deve svolgere subito dopo l’inizio dell’attività, allo scopo di discutere il processo di apprendimento, seguita dai contatti e riunioni a scadenza regolare.
Il tutor svolge inoltre un ruolo importante nel discutere insieme al volontario i risultati dell’apprendimento, ai termini dell’attività, ai fini della redazione del rapporto di attività di Youthpass.
Il tutore non deve però essere considerato il supervisore del volontario.

Si può prevedere anche un ” tutoring rafforzato”, condiviso tra associazione d’invio e di accoglienza per potenziare il sostegno ai volontari più svantaggiati.

 

Impatto dello SVE

 

Qualora a un progetto o a un’attività partecipino diversi volontari, ove possibile si dovrebbero assicurare fattori strutturanti, ad esempio adottando un approccio tematico coerente o complementare, garantendo la reciprocità nell’invio o nell’ospitalità dei volontari, assicurando la complementarità dei settori di attività e delle mansioni, prevedendo regolari riunioni e occasioni di collegamento in rete tra i volontari ecc..

L’impatto di un progetto SVE non deve essere limitato solo ai partecipanti all’attività, ma diffondere il messaggio europeo anche alle comunità locali interessate e permettere ai progetti futuri e alle organizzazioni interessate di trarne a loro volta beneficio.

La possibilità di combinare diverse attività SVE in un solo progetto nonchè l’introduzione del concetto del gruppo SVE offrono ampie possibilità di agire ai summenzionati fattori strutturanti, i quali dovrebbero servire a perfezionare il più possibile l’efficacia e l’impatto del SVE.

Attività di follow-up da parte del volontario

Il volontario può realizzare un’attività di follow-up durante i sei mesi che seguono la fine della sua attività SVE all’estero. L’attività di follow-up può durare al massimo un mese e si svolge sempre nel paese di residenza ( “paese d’invio”) o nel paese ospitante.
Essa deve basarsi sull’esperienza SVE e cercare di evidenziare, diffondere e promuovere i risultati del SVE nonchè di rafforzarne l’impatto.
L’attività di follow-up è messa a punto dal volontario, possibilmente con l’assistenza dell’organizzazioni partner e/o di una struttura nazionale o di un gruppo di ex volontari SVE. Essa fa parte integrante del progetto SVE.

 

Cosa viene finanziato al volontario?

 

Il finanziamento comunitario dei progetti SVE si basa sul principio del cofinanziamento, con l’intervento di altri soggetti pubblici e/o privati. Ciò significa che occorrono contributi, in denaro o in natura, corrisposti dalle organizzazioni di invio e di accoglienza, per la copertura totale del costo dei progetti.

Il volontario riceve vitto e alloggio, una copertura assicurativa, un’indennità mensile (pocket money) e, in alcuni casi, un incentivo per svolgere un’attività di follow-up. Inoltre, sono fornite gratuitamente sessioni di formazione al volontario.

Le spese di viaggio sono rimborsate al 100%.

L’indennità per il volontario (denaro per le piccole spese) è concepita in modo da aiutare il volontario a sostenere alcune spese personali supplementari durante il soggiorno all’estero. L’indennità non è destinata a coprire per intero le spese personali, nè a coprire le spese abituali per vitto, alloggio e trasporti locali del volontario, che devono essere garantite dall’organizzazione ospitante e cofinanziate tramite la sovvenzione comunitaria .

 

Assicurazione

 

Ciascun volontario deve essere iscritto al piano di assicurazione collettiva della Commissione per i volontari SVE, che funge da complemento alla copertura dei sistemi nazionali di previdenza sociali, se dal caso, garantita dalla tessera europea di assicurazione sanitaria ( o analoga) rilasciata al volontario.
L’assicurazione protegge i volontari contro i rischi di malattia, incidenti e in materia di responsabilità civile.

Tale assicurazione completa la copertura delle spese sanitarie, garantite nella maggioranza dei casi mediante accordi comunitari.

Youthpass

Ogni volontario ha diritto al rilascio di uno Youthpass, che descrive e convalida l’esperienza di apprendimento non formale. Questo documento può essere di notevole vantaggio per il futuro percorso formativo o professionale del volontario.
Attraverso lo Youthpass la Commissione europea certifica che l’attività di volontariato è riconosciuta come una esperienza d’istruzione nonchè come periodo di apprendimento non formale e di apprendimento informale.
Il rapporto sui risultati conseguiti è firmato da entrambi e consegnato al volontario direttamente alla fine dell’attività di volontariato svolta all’estero.

Strutture di ex volontari SVE

Qualsiasi volontario può scegliere di essere coinvolto, durante o dopo il SVE, nelle attività delle strutture nazionali di ex volontari SVE.
Per avere informazioni al riguardo, occorre rivolgersi alla propria Agenzia nazionale.

 

Il valore aggiunto europeo: l’azione pilota si basa sulle esperienze di servizio volontario a livello nazionale e le arricchisce di un nuovo impulso e di una nuova dimensione europea. Saranno creati nuovi partenariati locali. Si rafforzeranno gli scambi transnazionali; nuove esperienze di vita e di apprendimento in un contesto di mobilità europea saranno disponibili indiscriminatamente per tutti i giovani, limitatamente ai fondi disponibili.

 

Le strutture nazionali:le attività dei giovani volontari europei debbono essere il più possibile vicine alle loro motivazioni e alle esigenze delle collettività riceventi. Ciò richiede un buon coordinamento tra tutte le parti interessate. Per queste ragioni, l’esecuzione dell’azione poggerà in ogni paese su una “Struttura nazionale” che possa avvantaggiarsi dell’esperienza esistente in materia di programmi europei per i giovani: conoscenza dell’ambiente e collegamento con le iniziative locali, esperienza in materia di partenariato, di formazione, reti informatiche, ecc.

 

Punti di riferimento: ogni struttura nazionale svolgerà il ruolo di interfaccia tra la Commissione Europea, i promotori dei progetti a livello nazionale, regionale e locale, e gli stessi volontari. La struttura nazionale agisce nei seguenti campi:

  • diffusione dell’informazione generale sul Servizio Volontario Europeo
  • incoraggiamento alla creazione di progetti
  • informazione, consulenza, coordinamento
  • accompagnamento dei progetti e delle attività dei volontari; appoggio a questi ultimi, e in caso di difficoltà, ai responsabili locali.

Può presentarsi la necessità di mettere in rapporto tra loro organizzazioni interessate a inviare o a ricevere volontari, ma che non hanno ancora trovato un partner in un altro Stato membro. La Commissione e le Agenzie nazionali faciliteranno questo incontro.

 

Preparazione dei volontari: ai volontari viene fornita una preparazione di base.
In ciascun progetto viene organizzata una rigorosa cornice educativa a ci si aggiungono segmenti formativi sia a livello nazionale che regionale

 

Sostegno in caso di difficoltà: nonostante una preparazione accurata, possono sopraggiungere anche diversi problemi. Sia i giovani volontari che i responsabili del progetto possono avere bisogno di aiuto o consiglio. In tale circostanza il primo punto di contatto è la Struttura nazionale. Anche la Commissione europea, se necessario, può fornire la propria assistenza.

Come si partecipa: il modo migliore è quello di prendere contatto con la Struttura nazionale del paese d’appartenenza, che darà tutte le informazioni sul procedimento da seguire.

 

Nell’interesse del giovane candidato, è bene che questi si ponga alcune domande preliminari:
il comune in cui abita è gemellato con un’altra località europea ?
Ha già avuto contatti con associazioni o movimenti di giovani?
Quali sono i suoi campi d’attività?

 

Come nascono i partenariati: in ciascun paese, la Struttura nazionale stimola la creazione di progetti d’accoglienza , lanciando un “invito a manifestare interesse”.

Le Strutture nazionali esprimono un primo parere sui progetti d’accoglienza e li trasmettono alla Commissione europea. Quest’ultima dichiara idonei i progetti rispondenti agli obiettivi e alle condizioni dell’azione pilota e ne invia l’elenco alle Strutture nazionali, le quali lo diffondono tra i partner potenziali per stimolare la nascita di progetti di invio.

Le strutture nazionali lanciano un invito a presentare progetti, per giungere a progetti europei in forma definita. La domanda di sovvenzione per ciascun progetto europeo in forma definitiva è presentata dai progetti di invio e di accoglienza alle rispettiva Strutture nazionali.
Progetti legati ad eventi speciali: tali progetti sono legati a un evento nazionale di alto profilo che offre la possibilità di accogliere molti volontari. L’associazione del servizio volontario europeo a tali eventi può contribuire efficacemente al conseguimento degli obiettivi del programma permettendo di raggiungere nuovi gruppi destinatari e offrendo ai volontari un’esperienza eccezionale.

 

Progetti multilaterali: questi progetti riuniscono organizzazioni provenienti da almeno 4 paesi diversi e sono aperti sia ai paesi partecipanti al programma che a paesi terzi. Per ogni progetto occorre un minimo di 6 volontari; inoltre i partner devono adottare una procedura di coordinamento e un tema comuni, collegarsi in rete e scambiare buone prassi.

 

Progetti che associano paesi terzi: i giovani dei paesi terzi partecipanti al programma di servizio volontario europeo avranno l’opportunità di allargare i loro orizzonti trascorrendo un periodo di servizio volontario oltre le frontiere dell’Unione Europea. Offrendo un contesto nel quale sviluppare una cooperazione individuale e promuovere il trasferimento di buone prassi, i progetti con i paesi terzi completano i programmi di cooperazione esistenti tra l’UE e altre regioni del mondo.
I partner dei paesi terzi svolgono il ruolo di organizzazioni di accoglienza.

 

Progetti “Capitale futuro”: il programma SVE consente inoltre ai giovani di chiedere un sostegno per i progetti che avranno elaborato a seguito della loro attività all’estero quale volontari europei. I volontari potranno così valorizzare il loro periodo di SVE sviluppando ulteriormente le competenze e la loro esperienza. I progetti “Capitale futuro” possono prevedere l’avvio di attività in settori disparati – sociale, culturale, ambientale o economico – o la partecipazione ad attività didattiche.

 

 

Esperienze di Servizio volontario europeo:

Eva, un’austriaca di 18 anni, ha trascorso 6 mesi in italia in un centro per tossicodipendenti, cui ha apportato sostegno ed idee fresche per organizzare nuove attività nel tempo libero. Questa esperienza ha confermato il suo desiderio di lavorare nel settore sociale e l’ha aiutata ad accedere agli studi pertinenti.

 

David, un giovane francese, ha lavorato per 6 mesi in Svezia presso un progetto di reinserimento dei disoccupati, cercando di far loro riacquistare fiducia in sè attraverso il teatro. David aiutava il docente di recitazione e recitava lui stesso. L’esperienza è stata l’argomento della tesi di laurea di David e lo ha indotto ad iscriversi ad una scuola di arte drammatica.

 

Nel gennaio 1998 oltre 80 volontari si sono recati in Francia per partecipare, per 5 mesi, a progetti di sviluppo locale prima di fornire il loro aiuto, per un mese, alle principali sedi della Coppa del mondo di calcio. Oltre all’esperienza straordinaria acquisita nel contesto unico della Coppa del mondo, essi hanno anche avuto la possibilità di familiarizzarsi con la cultura francese e con i metodi francesi di promozione dello sport.

 

Rebecca, cittadina del Regno Unito, ha partecipato in Grecia per 6 mesi ad un progetto di protezione degli orsi, contribuendo ai lavori di costruzione, assistendo alle ricerche scientifiche e nelle campagne di sensibilizzazione della popolazione. Rebecca aveva già partecipato ad un progetto simile, anch’esso in Grecia, dedicato alle tartarughe di mare; al termine del suo servizio volontario, le due organizzazioni le hanno proposto un lavoro e Rebecca ha scelto di continuare il lavoro con le tartarughe.

 

Link

http://serviziovolontarioeuropeo.it/parti-subito/

http://www.agenziagiovani.it/serviziovolontarioeuropeo/come-partecipare-se-sei-un-giovane.aspx

http://www.agenziagiovani.it/serviziovolontarioeuropeo/database-enti-sve-accreditati.aspx

http://www.agenziagiovani.it/serviziovolontarioeuropeo/formazione-e-valutazione-dei-volontari-sve.aspx

http://www.agenziagiovani.it/serviziovolontarioeuropeo/assicurazione-volontari.aspx

http://www.agenziagiovani.it/serviziovolontarioeuropeo.aspx